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Tumore al Pancreas

Scopriamo di più su questa neoplasia di natura benigna o maligna.

Il tumore, la sua evoluzione e le cure

Il pancreas è un organo che funziona come una ghiandola a secrezione sia endocrina (che riversa i secreti nei liquidi interni del corpo) che esocrina (e riversano il secreto all’esterno del corpo o in cavità comunicanti con l’esterno).

A livello endocrino la sua funzione principale è quella di regolare i livelli di glucosio nel sangue, secernendo gli ormoni insulina, glucagone, somatostatine e il polipeptide pancreatico. A livello esocrino ha azione sul sistema digestivo e secerne il succo pancreatico nel duodeno che neutralizza il pH acido dello stomaco e permette la digestione di carboidrati, proteine e grassi grazie agli enzimi digestivi in esso contenuti.

Esistono diverse tipologie di tumori al pancreas e l’adenocarcinoma è la neoplasia del pancreas più comune. Questo tumore origina nei dotti che trasportano gli enzimi digestivi prodotti dal pancreas e le cause che lo scatenano sono ancora sconosciute. La massa tumorale si forma in seguito all’accumulo di cellule pancreatiche che hanno subìto un’alterazione genetica che ne innesca una proliferazione incontrollata. Per questo si tratta di una neoplasia di difficile diagnosi a uno stadio iniziale.
I tumori che originano dalle cellule che nel pancreas producono gli ormoni sono più rari e sono di tipo neuroendocrino e cistico.

Tumore al pancreas: i dati dell’Italia

In Italia, secondo i dati dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM), nel 2020 si è registrata una crescita significativa dell’incidenza dell’adenocarcinoma del pancreas tra gli uomini. Il carcinoma pancreatico è una delle neoplasie a prognosi più sfavorevole e rappresenta la quarta causa di morte nel sesso femminile (7%) e la sesta nel sesso maschile (5%), con una sopravvivenza a 5 anni dell’8% e a 10 anni del 3%.

Quali sono le possibili cause del tumore al pancreas?

I fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del carcinoma non sono ancora chiari, ma esistono evidenze che il fumo e uno stile di vita non sano possono aumentarne il rischio. La diagnosi arriva spesso in fase di malattia già avanzata e cioè quando il tumore ha già metastatizzato: i sintomi possono essere aspecifici o non manifestarsi fino a quando la malattia diffonde in altri organi.

Il trattamento del tumore del pancreas può prevedere chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie palliative, anche per la gestione dei sintomi, spesso tutte insieme.

Dopo i 60 anni è più probabile il manifestarsi della malattia. L’obesità, la ridotta attività fisica, l’alto consumo di grassi saturi e l’alimentazione povera di vegetali favoriscono l’aumentato rischio dello sviluppo della malattia. Inoltre il fumo di sigaretta aumenta di 2 – 3 volte il rischio della malattia rispetto ai non fumatori, rischio che diminuisce in rapporto alla cessazione del fumo.

Condizioni patologiche come il diabete e le pancreatiti, in particolare quelle di tipo cronico-ereditario, sono fattori predisponenti.

La presenza di casi di tumore al pancreas in famiglia, la familiarità per malattie genetiche che possono aumentare il rischio di cancro come la mutazione del gene BRCA2, la sindrome di Peutz-Jeghers, la sindrome di Lynch e il melanoma-nevo multiplo atipico familiare.

Quando sospettare tumore pancreas?

Uno dei sintomi precoci del tumore al pancreas è l’improvvisa comparsa del diabete, specialmente in assenza di familiarità con esso. Uno dei sintomi precoci del tumore può essere l’ittero che compare quando la bilirubina, prodotto del fisiologico catabolismo dell’emoglobina, si accumula nel sangue.

Quando la massa diventa grande e va a comprimere i nervi circostanti compare il dolore, sordo, in zona addominale, spesso non irradiato alla schiena. Il tumore al pancreas può andare a comprimere e irritare lo stomaco e possono manifestarsi nausea, perdita di peso e inappetenza.

Come trattare o curare il tumore al pancreas?

Il trattamento dell’adenocarcinoma del pancreas dipende dalla presenza o meno di metastasi. La rapidità di diffusione e la sua aggressività nei confronti dei tessuti vicini, insieme alla sua resistenza alla chemioterapia standard e alla tendenza a recidivare, ne fanno uno dei tumori più difficili da trattare.

Le possibilità di trattamento più appropriate, tra cui chirurgia, chemioterapia, radioterapia e cure palliative, possono essere tutte necessarie e dipendono dalla sede e dall’estensione del tumore, dall’età del paziente e dal suo stato di salute generale.

La resezione pancreatica è l’opzione terapeutica chirurgica più efficace nei casi in cui sia possibile asportare il tumore, cioè quando non ha dato metastasi o non è esteso ai principali vasi sanguigni vicini. Purtroppo attualmente soltanto il 20% circa dei pazienti è candidato alla resezione del tumore.

La chemioterapia è indicata in diverse fasi della malattia: i farmaci più utilizzati sono gemcitabina, da sola o in associazione a nab-paclitaxel, fluoroderivati, irinotecano e derivati del platino. Nelle forme non trattabili chirurgicamente non metastatiche, la chemioterapia viene somministrata per ridurre le dimensioni del tumore al fine di renderlo operabile. La chemioterapia, somministrata in alcuni casi in associazione alla radioterapia, a seguito dell’intervento di asportazione ha lo scopo di ridurre il rischio di recidiva del tumore, mentre in caso di fase avanzata e metastatica, ha lo scopo di rallentare l’evoluzione della malattia.

Quando il paziente non è candidato all’intervento chirurgico la radioterapia può essere effettuata in associazione o meno alla chemioterapia, per impedire che la malattia si diffonda. La radioterapia viene consigliata anche dopo la chirurgia, in caso di estesa localizzazione linfonodale o resezione non radicale.

La radioterapia, integrata alla terapia sistemica, offre risultati incoraggianti in termini di controllo locale; trova indicazione, in caso di scarso controllo del dolore con la sola terapia farmacologica, sia a livello del tumore primitivo sia a livello delle sedi metastatiche di malattia.


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