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La febbre nel bambino: consigli utili

Scopriamo cosa fare e come gestire la febbre nei più piccoli senza paura e preoccupazioni eccessive.

Quando un bambino ha la febbre cosa fare?

Una delle maggiori preoccupazioni dei genitori che hanno a che fare con il proprio bimbo malato è la gestione della febbre. 

Cosa è la febbre? La febbre è un meccanismo naturale attraverso il quale il corpo reagisce ad alcune minacce esterne. La sua comparsa ha delle funzioni importanti e ben precise.

La febbre non è un nemico ma un nostro importante alleato perché, il rialzo della temperatura corporea ha il compito di accelerare alcuni processi come la risposta del sistema immunitario e inibirne altri come, ad esempio, la proliferazione di un’infezione batterica o virale. 

La febbre non deve quindi essere vista come una cosa pericolosa, nemmeno quando è molto alta o ostinata, soprattutto quando si presenta senza altri sintomi. Ci indica che qualcosa non va ma di per sé è un meccanismo di difesa importante del nostro organismo.

La febbre è il risultato di una piccola battaglia che il nostro sistema immunitario inizia contro un microbo esterno che non aveva mai conosciuto e per il quale non ha sufficienti anticorpi. L’incontro scatena una reazione da parte del sistema immunitario e il rialzo della temperatura corporea fa da supporto a tale reazione.

Come capire se la febbre è virale o batterica?

I microbi, che sono per lo più virus, vivono negli organismi delle altre persone e si trasmettono attraverso l’emissione di piccole goccioline salivari. Non si trovano liberi nell’aria e il contagio avviene incontrando da vicino un certo numero di persone portatrici del microbo. 

Più il bambino viene a contatto con tante persone e maggiore è il rischio di contagio ecco perché la febbre è, generalmente, più frequente nei bambini dai 2 ai 6 anni che possono manifestare più episodi durante l’anno in quanto frequentanti di nidi e asili. 

Quando un bambino è ammalato e presenta febbre è bene osservarlo. Un bambino che presenta febbre anche alta ma è vispo, reattivo e gioca non necessita nemmeno di farmaci antifebbrili. Può essere che la febbre scenda senza necessità dell’antipiretico. 

È quindi sempre bene basarsi sullo stato del bambino e non sul numero che leggiamo sul termometro. Un bambino che dorme molto non gioca ma preferisce starsene accoccolato sul divano pur avendo poche linee di febbre deve allarmarci maggiormente di un bambino con febbre alta ma molto attivo. 

L’osservazione è fondamentale.

Come far scendere la febbre nel bambino?

Non sempre il farmaco antifebbrile è efficace dato che non tutte le febbri sono uguali e non tutti i bambini rispondono allo stesso modo ai farmaci. Non dobbiamo aspettarci che la somministrazione del farmaco faccia scomparire necessariamente la febbre: a volte potrebbe anche solo impedire che la temperatura aumenti di più oppure mantenerla semplicemente stabile. Inutile in questi casi insistere con il farmaco. 

Una delle paure maggiori della febbre alta è la convinzione che possa far insorgere nel bambino convulsioni. In realtà, questo fenomeno, si presenta in un numero molto piccolo di bambini che sono predisposti a manifestare tale disturbo. Le convulsioni febbrili non causano conseguenze permanenti al sistema nervoso centrale e si risolvono con l’età, senza lasciare traccia. 

I consigli che valgono sempre in caso di febbre, alta o bassa che sia, sono quelli di offrire spesso da bere al bambino con acqua e bevande fresche e di agire sull’abbigliamento del bambino seguendo le sue esigenze. Se ha freddo e brividi aggiungeremo una copertina, se invece ha caldo allora lo scopriremo. Non dobbiamo coprire eccessivamente il bambino e farlo sudare. 

Se l’idratazione è fondamentale, un po’ meno lo è l’alimentazione. Se il bambino non stesse bene potrebbe ridurre l’appetito: in questo caso proponiamo il cibo senza obbligarlo a mangiare e assecondiamo le sue richieste. Qualche giorno di digiuno non è pericoloso. 

Gli antipiretici sono farmaci che non devono essere utilizzati per combattere la febbre ma per contrastare i sintomi della febbre come, ad esempio, il dolore che può dare fastidio al bambino. 

Gli unici consigliati in età pediatrica sono il Paracetamolo e l’Ibuprofene. Essi devono essere somministrati, secondo le dosi indicate, quando la febbre ha raggiunto il suo picco e non sta più salendo ossia quando il bambino non trema più e mani e piedi non sono più freddi.

A seconda dell’antipiretico scelto è necessario osservare un intervallo di tempo minimo consigliato per una nuova somministrazione (almeno 4-6 ore per il paracetamolo e almeno 8 ore per l’ibuprofene). 

Talvolta il pediatra può consigliare l’associazione dei due farmaci. Tale scelta può essere indicata per alcuni casi ma deve essere sempre adottata solo su indicazione del pediatra. Non è consigliato di propria iniziativa alternare o associare i due farmaci perché i loro effetti tossici, soprattutto renali ed epatici, potrebbero sommarsi.

Nel caso in cui il pediatra ritenga necessaria l’associazione è bene aumentare l’idratazione del bambino in modo tale da evitare la disidratazione che potrebbe aumentare gli effetti tossici.

Quando la febbre nei bambini deve preoccupare?

Sicuramente quando siamo in presenza di un neonato. I neonati godono di una sorta di “immunità speciale” in quanto in loro scorre un po’ di sangue materno ricco di anticorpi “adulti” e quindi abbastanza potenti da proteggerlo. Per questo motivo la febbre in un bambino di pochi giorni o pochi mesi è un campanello di allarme da non trascurare: essa potrebbe essere il sintomo di una banale infezione come l’effetto di un’infezione più importante. 

La prima cosa da fare è attendere, valutare lo stato generale del bambino e procedere ad una visita dal proprio pediatra di fiducia. A seconda della presenza di eventuali altri sintomi si procederà con la terapia. 

Un altro problema è quando il bambino rifiuta di bere e compaiono i primi segni di disidratazione quale riduzione della pipì, urine molto gialle e concentrate o pianto senza lacrime. 

Il bambino ha febbre: quando è bene contattare il pediatra?

La comparsa di rash cutanei, il pianto inconsolabile, lo stato di coscienza alterato, mal di testa forte, difficoltà respiratorie e altri sintomi espressi in maniera esagerata sono campanelli di allarme che ci porteranno a chiamare il nostro pediatra di fiducia. 

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