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Il sonno nei neonati

Scopriamo come dormono e cosa è importante sapere.

Sonno e neonati: ecco alcuni consigli

Il sonno è la prima sfida che i genitori si trovano ad affrontare una volta rientrati a casa dall’ospedale con il loro piccolo.

Spesso però, alle mamme e papà, non sono stati dati gli strumenti e le conoscenze necessari per affrontare le difficoltà del “dormire”, e queste mancanze si traducono inevitabilmente in frustrazione, nervi a fior di pelle e ricerca disperata di soluzioni.

I libri degli esperti nei quali si propongono metodi per far dormire i neonati sono, di solito, la prima opzione: si acquista un libro famoso e ben recensito, cercando di applicarne il metodo proposto e sperando che funzioni. 

Peccato che la maggior parte delle volte non si ottenga alcun risultato.

Come far dormire i neonati?

Ecco, partiamo da qui: non esiste un metodo universale per far dormire i neonati. Esistono piuttosto delle specificità nel loro modo di dormire e dei bisogni fondamentali che i piccoli esprimono, e ai quali i genitori devono adeguatamente rispondere.

Un neonato ha bisogno di dormire ma, semplicemente, non sa come farlo. Spetta ai genitori accompagnarlo, in modo dolce e comprensivo, verso l’acquisizione e il consolidamento di questa competenza.

Per farlo gli adulti dovranno allenarsi nella lettura dei segnali non verbali che il neonato gli manda, imparando a prevedere i momenti di culmine della sua stanchezza e a leggere le sue richieste.

Il neonato piange perchè ha sonno?

La prima cosa che un neonato dice è: “Mamma, papà, ho bisogno di voi. Ho bisogno del contatto, ho paura a stare solo…”.

Questo messaggio è universale, senza eccezione di cultura e provenienza: ogni neonato lo urla a mamma e papà, soprattutto quando è stanco e non sa come gestire questa sensazione.

Del resto, questo cucciolo d’uomo è rimasto per 9 mesi nella pancia della mamma in un rapporto di totale simbiosi con lei. Perchè una volta nato dovrebbe preferire la culla alle braccia e al seno della mamma? O alle coccole del papà?

E’ normale che un neonato si addormenti in braccio, che voglia stare “appiccicato” ai suoi genitori (alla mamma soprattutto) e che pianga appena viene messo nella culla!

In questo le fasce sono una soluzione eccezionale per tenere il piccolo con sé, unendo necessità e praticità. Procuratevene una, anche usata, tanto per iniziare, e provate ad utilizzarla sia in casa sia fuori, quando uscite per passeggiate o commissioni.

Nonostante le conferme scientifiche rispetto al ruolo fondamentale delle cure prossimali per regolare gli equilibri psicofisici del neonato prima e del bambino poi, e per l’instaurarsi della

relazione di attaccamento, prototipo di tutte le relazioni future del neonato, le nostre aspettative culturali vanno nella direzione opposta: ancora oggi c’è chi sostiene che sia giusto lasciar piangere il bambino nella culla per non “viziarlo” e che non si debba prenderlo in braccio al primo lamento.

Questo conflitto di idee lancia i genitori in uno stato di caos, dubbi e sconforto, allontanandoli da quello che, nel loro profondo, sentono come giusto.

Non è semplice fare delle scelte controcorrente, superando il “così fan tutti” o il “si è sempre fatto..”, ma è fondamentale che i genitori si interroghino e informino su quali sono i veri bisogni di un bambino piccolo e se questo significa fare in modo diverso, ben venga!

Ma, torniamo a quello che accade una volta rientrati a casa con il neonato…

Quanto dura un ciclo di sonno di un neonato?

Un bimbo appena nato dorme, in media, dalle quindici alle venti ore al giorno, con pisolini di durata e frequenza irregolari. Perciò tutti i neonati dormono ma si svegliano di frequente perché solo così allenano le proprie cellule nervose.

Questo accade almeno fino ai tre mesi di vita, periodo in cui il neonato non attraversa stadi di sonno profondo e non secerne in maniera stabile la melatonina (l’ormone che induce il riconoscimento e l’instaurarsi dei ritmi sonno-veglia).

Come regolarizzare il sonno di un neonato?

Le passeggiate di giorno, esposti alla luce del sole, sono utili perchè la luce regolarizza i livelli di melatonina, “insegnando”al piccolo che di giorno si sta svegli e di notte si dorme.

Verso i tre anni, la maturazione delle cellule cerebrali sarà sufficientemente progredita da consentire al bambino di stabilizzare il proprio modo di dormire e i propri ritmi di sonno. Fino a questa età i bambini (alcuni prima, altri dopo, dipenderà dal bambino) hanno bisogno dei genitori per ricevere conforto, rassicurazione e protezione durante la notte.

Questo succede perché tutti i neonati vivono il momento dell’addormentamento, in cui ci si rilassa e “lascia andare”, come un momento di “vuoto” relazionale: il piccolo piange perché ha paura.

Mamma e papà hanno il compito di placare questo pianto, contenendo il disagio emotivo del neonato; calmandolo e rassicurandolo. Lasciar piangere un neonato non può essere la soluzione per insegnargli ad addormentarsi (e nemmeno per insegnargli altro…).

L’unica cosa che il neonato impara dal non essere ascoltato, è non ricercare conforto emotivo quando si trova in altre situazioni di disagio, compromettendo così la propria fiducia verso le figure parentali e la qualità del rapporto con queste.

Dove far dormire il neonato?

Una volta compresa meglio la fisiologia del sonno e cosa è bene fare, i genitori si interrogano su come far dormire il proprio piccolo: da solo nella culla o vicino alla mamma?

Anche su questo punto c’è molto dibattito ed è giusto che i genitori si informino sugli sviluppi scientifici più recenti e che scelgano la sistemazione notturna che ritengono più adatta alla propria famiglia, indipendentemente dalle scelte più comuni e culturalmente accettate.

Il benessere psico-fisico è fondamentale: mamma e neonato (ma anche i papà, ovviamente!) hanno bisogno di dormire e di riposare; quindi è necessario pensare a delle soluzioni che lo permettano e che garantiscano benessere e sicurezza sia per lei sia per il piccolo.

Ogni scelta deve avere come obiettivo la serenità dei genitori e la possibilità di crescere un bambino sano e felice.

Queste sono solo alcuni degli aspetti più “critici” rispetto al sonno dei neonati; mi auguro che chiarirli, possa aiutarvi ad affrontare i primi mesi di vita di vostro figlio con una consapevolezza diversa, con obiettivi più reali e meno frustrazione per i fallimenti. Adesso tocca a voi…

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